Richard Galliano a Bari: inolvidable

Ritrovo fra le mie carte questi due biglietti e il pensiero vola al 20 luglio dell’anno scorso. Una serata indimenticabile, anzi “inolvidable” come dice la mia dolce metà.

Divertimento, romanticismo, vigore e passione: tutto in un affiatatissimo sestetto nel quale è protagonista la fisarmonica di Galliano e tutt’attorno archi. Primo violino, violino, viola, violoncello, contrabbasso. E’ sorprendente la ricchezza e la corposità del suono che proviene da questo ensemble.

From Bach to Piazzolla” è il titolo del concerto. Tutte bellissime le esecuzioni: i miei brani preferiti restano “Oblivion” di Astor Piazzolla, nonché “Milonga del angel” e “Regreso al amor“, dello stesso autore, che avevo già sentito in una interpretazione sempre di Galliano ma in settetto con pianoforte (Richard Galliano Septet – Piazzolla Forever).

Su queste note è impossibile non innamorarsi; impossibile non innamorarsi ancor di più, se già si ama.

HoMedics tappeto RMM-300H-2EU

Giorni fa mi è capitato di provare questo “tappeto massaggiante”: è stata la prima volta che ho avuto a che fare con uno di questi massaggiatori meccanici evoluti e ne approfitto per farne una breve recensione, a fior di pelle sarebbe il caso di dire.La confezione comprende il tappeto (spesso circa 10 cm e abbastanza voluminoso, anche se ripiegabile) con telecomando a filo, alimentatore, cuscino per la testa, un tappetino morbido (da poggiare sulla zona “attiva”) per modulare l’intensità del massaggio, manuale d’istruzioni. Occorre solo svitare un perno che blocca il meccanismo prima di metterlo in funzione e l’apparecchio è pronto.

Il funzionamento è abbastanza semplice: una coppia di elementi sferici gira eccentricamente in modo da simulare un massaggio shiatsu che percorre tutta la schiena e si può scegliere se devono anche emettere calore e regolare la loro reciproca distanza (3 step possibili) o infine se devono fermarsi più a lungo su di una zona in particolare. L’altro massaggio possibile è quello “a rullo”: in questo caso le sfere non ruotano ma scorrono sul dorso dalle spalle alla zona lombare e viceversa.

L’effetto massaggiante è decisamente potente (sarà che non ci sono abituato) e, specie nel caso dello shiatsu, può risultare addirittura eccessivo. Comunque, dopo 10 minuti di massaggio non ho avvertito particolare benessere. Invece, 30 minuti dopo la fine del massaggio mi ha pervaso una piacevole sensazione di calore durata circa 1 ora.

Ho letto in rete testimonianze di alcune persone che, dopo aver provato questo tipo di apparecchi, non possono più farne a meno. Che siano utili per rilassarsi e alleviare un pò la tensione non dubito; ciò nonostante penso che occorra stare attenti a non abusarne, usandoli solo come complemento di uno stile di vita sano e attivo.

Link al sito homedics.it

Mahler e Fra Martino

Come normalmente accade, a tarda ora su alcune tv italiane parte la programmazione di qualità: “La Musica di RaiTre” è una delle trasmissioni per le quali, per chi può, vale la pena perdere un pò di sonno.

Il concerto di ieri era la Sinfonia n. 1 in re maggiore “Il Titano” di Gustav Mahler diretta da Sir Antonio Pappano.

A parte la singolare mimica facciale dello spettacolare Direttore, ciò che ha richiamato la mia attenzione è stato l’inizio del terzo movimento (Feierlich und gemessen, ohne zu schleppen): il canto popolare Fra Martino trasposto in una atmosfera lugubre, una marcia funebre, ispirata al compositore da una vecchia stampa caricaturale per bambini: “Il funerale del cacciatore”.

La prima esecuzione a Budapest nel 1889 fu quasi un disastro, i detrattori di Mahler lo accusarono di banalità.

Non è sorprendente (e forse era questa l’intenzione)? Non è geniale riuscire a fondere armoniosamente profondità e leggerezza in un modo inaspettato? Ed è bello pensare che tra un secolo o più la stessa musica stupirà e delizierà ancora.

Un logo di vino rosso

A fine pranzo, uno di quei gesti che fai senza pensarci. Bottiglia di vino vuota: scuotendo sul piatto il salvagoccia di gomma il caso disegna per me…

Però, bello. Ricorda qualcosa, un logo di qualche azienda ben nota, o forse no. Una fabbrica di vernici, un antivirus, un’ente con nobili scopi filantropici.

Mi piace, lo tengo. Anzi, è mio, l’ho inventato io, me ne riservo tutti i diritti… hai visto mai che domani arriva Bill Gates che, stanco delle sue finestre, mi ruba il logo?

Facebook impone la timeline

Facebook ha annunciato sul suo blog che a breve la timeline (ossia la nuova modalità di visualizzazione dei post sotto forma di “diario”) diventerà obbligatoria per tutti e non facoltativa come era stata finora.

Dopo un periodo di anteprima nel quale l’utente, se vuole, potrà nascondere eventuali elementi pubblicati in passato, il cambiamento diventerà definitivo e visibile a tutti.

Una domanda sorge spontanea: ma è proprio necessario imporre questo “miglioramento” a tutti? Già, perchè a quanto pare la novità non è stata accolta con unamine entusiasmo dagli utenti.

Personalmente penso che occorra farci l’abitudine e comunque la nuova interfaccia mi disorienta non poco, soprattutto se la pagina è piena zeppa e bella pesante da caricare…

L’unica cosa che mi piace è la timeline cover cioè quel grande spazio personalizzabile in cima alla pagina nel quale dare libero sfogo alla creatività. Questo sito offre un pratico editor semplice da usare.

Valigia di cartone

WD My Passport Essential 500GB USB 3.0

In questi giorni ho tra le mani questo gioiellino e ne approfitto per farne una brevissima recensione.

La confezione è esteticamente molto gradevole e, cosa non scontata, è anche pratica nell’apertura e facilmente ricomponibile. La plastica nell’imballaggio è usata con parsimonia ma potrebbe essere anche completamente eliminata. Del resto è facile comprendere che, dato l’ottimo design del prodotto, sia difficile per Western Digital fare a meno di metterlo in vetrina.

L’involucro esterno, nero lucido (ma sono disponibili altri colori) appare solido, privo di scricchiolii. L’unico problema è costituito da ditate e graffi che, se non si usa una custodia, ne segneranno facilmente la superficie. Da mettere in evidenza le dimensioni contenutissime e il peso piuma.

Questo hard disk esterno da 2.5″ è USB 3.0 vale a dire che ha una velocità di trasferimento più elevata dello standard precedente (e attualmente più diffuso) USB 2.0 solo però se viene collegato a un pc o notebook che disponga di porte USB 3. In caso contrario l’hd funzionerà ugualmente ma alla velocità consentita dall’USB 2.

Il benchmark qui sotto è stato fatto proprio con una scheda madre USB 2.0

e mostra che, anche se in USB 2, l’hd ha ottime prestazioni. Molto più empiricamente posso dire che per la copia di un divx da 700MB bastano 30 secondi.

Altra cosa da notare è il cavetto USB in dotazione: è abbastanza corto, ma questo non è necessariamente un male. Infatti più lungo è il cavo e più sale il rischio, con alcune schede madri, di avere problemi di alimentazione. Non è questo il caso perchè il cavetto in dotazione sembra anche ben isolato e di qualità.

In definitiva un buon acquisto: pagato 54 euro (spese di spedizione incluse) su Amazon.

 

SanDisk micro SDHC 4GB

Un acquisto tranquillo: cercavo una microSD anche di bassa capacità per il telefonino ma che fosse affidabile e con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Eccola: SanDisk micro SDHC 4GB, la scheda giusta al prezzo giusto (5,77 euro in offerta su Amazon).

 

Offre la qualità e l’affidabilità consuete di questo produttore, c’è l’adattatore microSDHC-SD e 4GB sono più che sufficienti per l’uso nel cellulare.

L’unico problema (non della scheda) è che, essendo una microSDHC e non una semplice SD, il mio vecchio lettore USB non la riconosce. Poco male: o cambio lettore o collego direttamente il telefonino al pc.

Questo è il benchmark fatto tramite il cellulare collegato via USB (da prendere con beneficio d’inventario) e ricordo che si tratta di una scheda di classe 4:

 

 

Appena possibile la testerò con un lettore USB. Alla prossima!

Addio Punto

SanDisk SDHC Extreme HD Video 8GB

Questa SDHC è stata acquistata come supporto di memoria per una fotocamera digitale Canon Eos 500D.

E’ noto che queste macchine fotografiche ad alte prestazioni hanno bisogno, per dare il massimo, di schede di memoria altrettanto performanti e così la scelta è caduta sulla Sandisk Extreme HD Video 8GB.

La capacità non è enorme (rispetto agli standard attuali), ma più che sufficiente per ospitare video in alta definizione e centinaia di foto acquisite alla massima definizione.
Ma veniamo al suo punto forte: la velocità. Infatti è una SDHC (Secure Digital High Capacity) UHS (Ultra High Speed) di classe 10 con trasferimento dichiarato fino a 30 MB/s.

Qui urge qualche precisazione: quest’ultima velocità massima teorica la si raggiunge solo con macchine fotografiche che supportano lo standard UHS. Mentre se mettiamo la SDHC in un normale lettore USB 2.0 questo è il risultato del test con HD Tune 2.55:

Comunque un ottimo risultato che mantiene le promesse (classe 10).

Inoltre con la Canon 500D si è comportata in modo perfetto: foto a raffica e video full HD senza il minimo impuntamento.

Confermo inoltre che la marca è affidabile. Altre schede Sandisk in mio possesso non hanno dato, dopo anni di utilizzo, alcun problema.

Bella la confezione, bella la grafica, bello il prezzo: pagata 20,71 euro (spese di spedizione incluse) in offerta su Amazon, un buon affare.

Marilyn Scott – The last day

Bellissima canzone, ascoltata per caso su SmoothJazz Global Radio, è contenuta nell’album Handpicked pubblicato nel 2005.


E’ possibile ascoltare questo e altri brani di Marilyn Scott sul suo sito ufficiale nella sezione Music/Video.

Elogio della Pesca Cardinal

Quest’estate ho riscoperto quanto adoro le pesche. E’ senza dubbio il mio frutto preferito. E non è una questione di solo sapore.

La pesca, e soprattutto questa varietà, la Cardinal, ha tutto: è profumata, piacevole al tatto, facile da sbucciare, ha delle sfumature di colore che mettono allegria… sembra quasi che sia fatta apposta con le gradazioni di arancione che mi piacciono!

Sarò stato fortunato a trovare dei frutti quasi perfetti: giusta maturazione, esteticamente intatti, non un difetto.

E vogliamo parlare del gusto? Immaginate di poter fondere armoniosamente il sapore di una pesca nostrana ben succosa con un sentore esotico di mango e un sottofondo di dolcissima pera abate.

Non è forse il frutto degli Dei?

L’orario della metro a pagamento

Il servizio metropolitano delle Ferrovie dello Stato ha rappresentato un grande passo in avanti per la mobilità dei baresi. E’ partito agli inizi degli anni 90. Andavo al liceo, mi spostavo con gli allora malandati treni della Bari-Nord e, in casi eccezionali, con gli autobus della municipalizzata dei trasporti, non più confortevoli dei primi.

Ebbene, sino a ieri bastava chiedere l’orario della metro alla biglietteria o all’ufficio informazioni della Stazione Centrale per vedersi consegnata gratuitamente una comoda tabella fotocopiata fronte-retro con fermate e orari, indispensabile per chi usa regolarmente questo servizio.

L’impiegato di turno, con aria rassegnata, alla mia richiesta replica: “non lo fanno più”. Già le parole “non lo fanno”, il prendere le distanze dall’azienda per la quale si lavora, indicano un certo disagio. E io “ma non è possibile scaricare la tabella dal vostro sito e stamparsela da sé?” al che lui “no”;  non dandomi per vinto “allora può inoltrare un reclamo o, se preferisce, il suggerimento di un viaggiatore-cliente?” e lui “tanto non servirà, hanno deciso così” e, riordinando mestamente le sue carte, come chi sta per lasciarsi andare ad una confidenza “sa cos’è… in edicola si vende un libricino, l’Orario dei Treni“.

L’ho salutato con il suo stesso tono sconfortato: “adesso è tutto chiaro, grazie”. Fingevo: in realtà sono uno di quelli che ancora si sorprendono o, se volete, s’incazzano.

Un’attesa lunga una pergamena

A quanto pare occorre più tempo per compilare la pergamena di laurea di quanto ne serva per portare a termine il cursus studiorum. Succede a Bari (Giurisprudenza) ma, come leggo in rete, anche in altre Università italiane.

L’ho appreso dalla (peraltro gentilissima) impiegata della Segreteria Studenti, alla quale faccio visita con cadenza annuale. E ogni anno improvviso un paio di battute per drammatizzare, sebbene i veri drammi dell’Università siano ben altri… Oggi per esempio ho esordito con “vede… comincia a spuntarmi qualche capello bianco” e “forse sto sbagliando e mi sono laureato in Paleontologia”; infine, salutando, “l’anno prossimo verrà la mia badante, ovviamente munita di delega”!

Intanto siamo a quota 5. Cinque anni servono agli amanuensi per vergare con i miei dati il famoso “pezzo di carta”. Per fortuna ho nome e cognome cortissimi.

Una cosa però non capisco: perchè far pagare la pergamena prima ancora della seduta di laurea? E’ come se l’idraulico ti chiedesse di pagargli tutta anticipatamente la riparazione che verrà a fare con comodo quando non avrà altro da fare. E si sa quanto daffare hanno gli idraulici.

Il dormiglione (Sleeper)

Ieri, in una serata in compagnia, si parlava del cinema di Woody Allen. Alcuni lo amano, altri lo odiano: di solito le opinioni a riguardo sono alquanto polarizzate. Sono un fan, ho visto quasi tutti i suoi film e preferisco i “classici” che lo vedono attore protagonista. Ammetto che non tutte le pellicole dell’Allen-regista mi hanno entusiasmato, ma Woody è Woody…

Intavolare una discussione tra sostenitori e detrattori del cinema alleniano è una fatica improba oltre che uno spreco di tempo. L’ho capito dopo qualche tentativo.

locandina il dormiglione

Ma non è di questo che vorrei parlare, piuttosto del fatto che “Il dormiglione” (titolo originale Sleeper), un vero cult del 1973, è poco noto anche ai fans. Come può essere?

“Il dormiglione” è veramente spassoso, una miniera di gags, una più divertente dell’altra, forse le migliori che Woody abbia mai interpretato. La mimica e il famoso eloquio del protagonista si fondono brillantemente, non mancano esilaranti scene da film muto.

Da segnalare una inedita, adorabile Diane Keaton: ha affiancato Woody in diverse pellicole, ma in questa i due sono davvero in sintonia.

E la colonna sonora eseguita dalla Preservation Hall Jazz Band e dalla New Orleans Funeral Ragtime Orchestra. Per gli amanti del buon jazz: non è fantastico?

Infine una citazione dal film. In una futuribile ipertecnologica dittatura, i ribelli paventano al protagonista il trattamento loro riservato dal regime:

Ribelli: “Se ci scoprono saremo distrutti, insieme a lei.”

Woody: “Come distrutti? Ma io… come distrutti?”

R: “Il suo cervello sarà semplificato elettronicamente.”

W: “Il cervello!? Il mio secondo organo preferito!”

Un libro, la tv accesa e una coincidenza

Una coincidenza che ha dell’incredibile; un salto nello spazio e nel tempo che spiazza e frastorna la mente, stanca all’approssimarsi delle ore “piccole”.

Ero arrivato a Baku, sul Mar Caspio nella Russia sovietica degli anni ’20, seguendo le avventure del tenente Franz Tunda, seduto sul divano, la tv accesa sintonizzata (non da me) su di un canale satellitare di nome Ceramicanda.

Dopo la descrizione della bella e taciturna Alja (giovane sposa del protagonista) e degli sbarchi dei passeggeri appena arrivati al porto, ero lì, a Baku, seduto sul molo con il tenente Tunda.

E’ stato surreale sentire dal televisore in sottofondo “a Baku, il modernissimo Olympic Stadium…”. In un programma nel quale si parlava di Architettura in pillole era stato appena lanciato un servizio su questo avveniristico stadio:

 

Baku Olympic Stadium

 

Ora, secondo voi, quante possibilità esistono che qualcuno citi Baku, oggi capitale dell’Azerbaijan, proprio nel mezzo della lettura di “Fuga senza fine”?

Joseph Roth, Fuga senza fine, Adelphi, 1927

Nuovo sito: deodaracolor.it

E’ con piacere che segnalo questo sito per vari motivi.

Innanzitutto è la prima collaborazione creativa (e spero che ne seguano molte altre) con il carissimo amico Marco Fortunato, titolare dello studio grafico Deodara Color. Poi perchè, a quanto pare, il sito ha generato commenti positivi, il che, semplicemente, mi rende felice!

Ma il motivo principale è che, fatto un sito occorre dargli visibilità. E la qualità del lavoro di Marco merita ampia pubblicità.

Fotoritocco, fotorestauro, fotomontaggi, locandine, calendari, poster, stampe sacre, ritratti e il sorprendente fotolibro.

A Bari Deodara Color è “un Atelier di idee, immagini e colori, ma anche di trasparenze e dissolvenze che valorizzano gli scatti fotografici trasformandoli in racconti e atmosfere“.

Non starò qui a snocciolare tutti i pregi di un abile “Artigiano dell’Immagine”… allego solo qualche screenshot e vi invito a visitare www.deodaracolor.it

 

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Slupatura e dendrochirurgia

Due termini che, di primo acchito, stonano insieme. L’uno di umili origini, contadine. L’altro così altisonante.

Per chi non s’interessa di botanica o di giardinaggio, la slupatura consiste nell’asportazione della parte malata di un albero attaccato da batteri e funghi (la malattia in questione viene chiamata appunto “Carie” o “Lupa”). Essa è un’operazione di dendrochirurgia ossia di “chirurgia dell’albero”.

Perchè la cosa m’interessa? Per un motivo pratico: due tigli nel giardino di casa hanno avuto bisogno di cure.

Eccomi qui, “slupatore” improvvisato.

 

slupatura slupatura slupatura

 

Da quanto ho letto in rete non tutti sono d’accordo sulla efficacia di questi interventi ma ho ritenuto comunque doveroso fare qualcosa e nell’incertezza ho provveduto perlomeno a ripulire e disinfettare le lesioni oltre ad applicarvi un mastice protettivo. Il tutto dopo un generosa potatura e senza scavare troppo a fondo.

Ciò avveniva verso marzo. Ad aprile inoltrato mi ha confortato veder spuntare le prime gemme. A maggio le foglie erano già numerose e adesso la chioma è ormai fitta, tanto da chiamarmi alla potatura verde.

Per l’autunno prevedo: controllo dello stato delle cicatrici e messa in sicurezza per l’inverno (qualcosa m’inventerò).

Bici d’epoca con freni a bacchetta

bici d'epoca

Maxtor OneTouch III mini

Ormai ho questo hard disk esterno da quasi 4 anni e posso provare a stenderne una piccola valutazione.
La confezione è tutta in cartone (un voto in più), la grafica è elegante. Sfilando la copertina esterna ci si presenta una bella scatola grigio antracite con marchietti Maxtor bianchi su tutti i lati.

Il corpo dell’hard disk sembra solido, la sua forma è molto particolare in plastica verniciata color grigio chiaro metallizzato opaco con due profili gommati neri ai lati che dovrebbero facilitare la presa e proteggere da urti e cadute.
Lo potete manipolare quanto volete e trattare con non troppa attenzione: la superficie opaca nasconde ditate e graffietti.

Ho anche testato, involontariamente, una caduta da circa 60 cm su pavimento di pietra: può non sembrare un gran volo, ma vi assicuro che ha fatto un bel tonfo. Vista l’abrasione sullo spigolo della fascia in gomma, la protezione ha funzionato, almeno dal punto di vista estetico. Già, perchè dopo quella caduta, per funzionare correttamente, l’hd ha bisogno che tutte e due gli spinotti USB siano collegati, se no inizia a cliccare… ma per il resto dati integri e nessun altro problema.

Le dimensioni sono contenute e il peso accettabile anche se i modelli più recenti da questi punti di vista sono molto più comodi.

Ecco il benchmark (da evidenziare che si tratta di un hd Maxtor-Seagate IDE PATA interfacciato USB 2.0)

Le prestazioni sono buone, i tempi di trasferimento sono accettabili, soffre un pò nel caso i file da copiare siano piccoli e numerosi (migliaia o decine di migliaia).

Il cavetto in dotazione è del tipo USB – miniUSB, ha due spinotti USB (per questioni di alimentazione) ed è abbastanza lungo (circa 70 cm fino al primo spinotto). Forse qualità e l’isolamento non sono al top. Segnalo infine che con più di un pc non è stato possibile farlo funzionare per evidente insufficienza di alimentazione.

Tutto sommato continua a fare egregiamente il suo lavoro. E’ stato un regalo e a caval donato…